giovedì 30 agosto 2012

Pizza per dirvi grazie

Aprire un blog per una persona come me è stato come ritrovarsi senza mutande in mezzo a una piazza nei giorni di mercato.
Rendo l'idea? :)
Anzi, mi correggo: in mezzo a una piazza, nei giorni di mercato, nell'ora di punta.
Dall'altra parte ero sicura che sarei stata bellamente snobbata e che mi sarei ritrovata dopo mesi a parlare da sola con creme e crostate.

Subito dopo essermi iscritta al sito ho contattato due foodbloggers che seguivo da tanto tempo per "complimentarmi" con loro. Non stavo cercando di accaparrarmele come followers.
Manco sapevo cosa fosse un follower.
Avevo solo il desiderio di confrontarmi con loro, tanto per constatare che oltre al monitor esistevano persone reali. Come me.
Beh, non mi hanno mai risposto :)
Così ho pensato che il mondo del foodblogging fosse peggio di quello reale, astioso e competitivo ai massimi livelli. E che ognuno pensasse ossessivamente al proprio orticello.
Rassegnata ad un dialogo solitario con le suddette creme e crostate ho continuato a scrivere e a guardare con curiosità ed ammirazione gli altri blog.

E ho scoperto che sbagliavo. Eccome se sbagliavo.
C'è stata la Prima Follower, la Moni, positiva, incoraggiante e bravissima.
Che mi ha spinto a non perdermi d'animo, probabilmente senza nemmeno accorgersene :)

Ecco, ora non vorrei tediarvi con una melensa lista di nomi...
Ma tutte voi avete contribuito ad un pezzetto della mia felicità "virtuale"

Vi ringrazio tutte quante, per avermi fatto capire che il mondo del foodblogging non è peggio di quello reale...
E' come quello reale.
C'è il blog permaloso, quello altezzoso, quello simpatico e quello altruista.
Altruista come la Chiara, tanto per dirvene una, che un giorno mi ha mandato una mail per chiedermi se accettavo di comparire nella sua rubrica Blogs Got Talent.
Dedicare un proprio post ad un altro blog non è da poco. Brava Chiara!

E allora, dopo tutte queste sviolinate, vi invito tutte quante a cena da me, virtualmente si capisce.
Non vi aspettate niente di elaborato eh, siete un po' tantine per casa mia.
Non ho nemmeno abbastanza sedie!

Vi faccio una pizzetta, quella bonciboncibombombom :) Che se risento quel motivetto infernale tiro una scarpa alla tivvù...
Però la Boncipizza è buonissima, si deve solo aver l'accortezza di preparare l'impasto il giorno prima (e ti pare poco?!)
La mia è un po' sovversiva perchè ho ignorato il dogma "buratto" e ho fatto un mix di 00 e farina di farro, le uniche che avevo in casa.
La farina di farro è buonissima e se non la conoscete vi consiglio di sperimentarla in tutti i tipi di preparazioni esistenti.
Biscotti, pane, torte, focacce...Insomma se non fosse così cara ci farei anche la bechamel :)

Pizza in teglia Simil-Bonci


300 gr di farina 00
200 gr di farina di farro
400 gr di acqua 
3,5 gr di lievito di birra disidratato 
un cucchiaio di olio evo
4 gr di sale (una presa generosa)
Semola per il piano di lavoro

Mettiamo in una ciotola le due farine. Mescolando con una forchetta, aggiungiamo tutta l'acqua.
Ora aggiungiamo lievito, sale e il cucchiaio di olio. Continuiamo a mescolare.
L'impasto sarà molto appiccicoso, lo devefà :)
Lasciamolo riposare per una decina di minuti coperto con un panno.
Ora rovesciamo la pasta sul piano di lavoro spolverato con la semola e cominciamo ad impastare.
Per impastarla la "acchiappiamo" con le mani dalla parte più esterna rispetto a noi e la ripieghiamo su se stessa. Poi la giriamo in modo da avere il "taglio"centrale sempre rivolto verso di noi e la ripieghiamo nuovamente. E così via...
Insomma, ce l'avete presente il Bonci??? Ecco, uguale :)
Prendiamo ora un recipiente capiente e pulito e ungiamolo con poco olio. Riponiamoci la pasta e ungiamone anche la superficie.
Mettiamo il recipiente nel ripiano più basso del frigo (quello delle verdure!) e dimentichiamocelo fino al giorno dopo.
Circa 24 ore, minuto più minuto meno :)
Il giorno dopo accendiamo il forno al massimo (250° nel mio caso).
Riprendiamo la pasta dal frigo e lavoriamola sul piano spolverato di farina.
Stendiamola all'altezza che preferiamo e trasferiamola sulla teglia del forno unta con un pochino d'olio (io ho steso direttamente su un foglio di carta forno).
Tenete conto che con queste dosi otterrete circa 900 gr di impasto finale. Io, che amo la pizza molto sottile, ne ho utilizzati 600...Con i rimanenti ho fatto un filoncino di pane (squisito!)
Condiamo a piacere.
La mia è metà margherita e metà provola e pomodorini confit!

Cuociamo per venti minuti: i primi dieci nel ripiano più basso del forno, i rimanenti spostiamo la teglia nel ripiano "mezzano"
Sforniamo, facciamo riposare cinque minuti, serviamo!

Buona Giornata belleBloggers :)

Mela

martedì 28 agosto 2012

Guinness Cake

Sono sicura che questa ricetta l'avete vista, e stravista, su quasi tutti i blog esistenti :)
Non l'avevo mai provata prima, ma mi affascinava tantissimo il suo aspetto retrò e ve la ripropongo dopo aver fatto un'accurata media delle tante (troppe) versioni che ho trovato nei vari siti.
Il suo pregio, oltre al fascino vintage, è di essere buonissima :) 
Il sapore della Guinness e quello del cacao sono perfettamente complementari. Non si coprono, nemmeno per un secondo, e sembrano andare allegramente a braccetto per il palato con grande rispetto reciproco.


Altro aspetto importantissimo, almeno per me, è che l'umidità estrema dell'impasto non "strozza". Non ammalloppazza via :)
In ultimo, mi avanzava della Guinness dalla precedente anatra e volevo smaltirla :)
Ah, alla fine ho scelto la versione del Cavoletto, quella che conteneva più birra :))


Guinness Cake


(stampo da 24, io ho fatto metà dose con uno da 15)
Per la torta
400 ml di Guinness
100 gr di cacao amaro
225 gr di farina
2 uova
225 gr di burro morbido
due cucchiaini rasi di bicarbonato
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
350 gr di zucchero di canna

Per la copertura
400 gr di philadelphia
200 gr di zucchero a velo

Con le fruste elettriche lavoriamo a crema il burro morbido con lo zucchero. Incorporiamo le uova una alla volta, mescolando per amalgamare.
Mescoliamo insieme la birra con il cacao amaro, e, in un altro recipiente, aggiungiamo bicarbonato e lievito alla farina.
Aggiungiamo a cucchiaiate alterne la birra con il cacao e la farina al composto di burro-uova-zucchero.
Imburriamo uno stampo apribile e rivestiamolo di carta forno, versiamo l'impasto.
Inforniamo a 180° per circa un'ora, controllando con lo stuzzicadenti.
Per preparare la copertura cominciamo a sbattere il philadelphia ed aggiungiamo lo zucchero a velo, sempre sbattendo con le fruste.
Ricopriamo la torta ormai fredda con la crema, aiutandoci con una spatola.

Esistono versioni che prevedono l'aggiunta di panna montata alla copertura, ma a mio parere è perfetta anche così.  


Buona, bella e facile 
Buona Giornata!
Mela

domenica 26 agosto 2012

Anatra alla Guinness con Ketchup ai Lamponi

Qualche giorno fa mi è capitato di vedere da Lara il contest "Io amo i lamponi...e tu?"
Istintivamente ho pensato "Io no" :) perchè i lamponi non mi fanno impazzire.
Anzi, a voler essere sinceri, non li ho mai comprati nè cucinati.
Ed è proprio per questo motivo che ho deciso di partecipare (lampone, volemose bene), nascondendo il frutto in una salsa ketchup da accompagnare al petto d'anatra marinato.
E' cominciato come un gioco per mettermi alla prova e ho sorprendentemente ottenuto un piatto ottimo e ben bilanciato. La salsa con i lamponi ha una nota dolce molto accentuata che si sposa benissimo con la carne dell'anatra, insaporita da una birra corposa come la Guinness.


ANATRA ALLA GUINNESS CON KETCHUP AI LAMPONI 


Per il ketchup (da fare almeno il giorno prima)
300 gr di pomodori privati dei semi e fatti a pezzettoni
150 gr di lamponi
50 ml di aceto di mele
40 gr di zucchero di canna
un cucchiaino di maizena
una carota
un sedano
due spicchi d'aglio
un cucchiaio di senape in polvere
un cucchiaino di paprika forte
alloro
una cipolla
chiodi di garofano
un pezzettino di zenzero
peperoncino qb

Laviamo i pomodori, priviamoli dei semi e dell'acqua di vegetazione e facciamoli a pezzetti anche grossolani. Tritiamo nel mixer (o con la mezzaluna) la cipolla insieme ad aglio, carota e sedano. Mettiamo il trito ad appassire in un tegame con un po' d'olio.
Aggiungiamo i pomodori ed i lamponi e tutte le spezie (senape, paprika, un paio di chiodi di garofano, lo zenzero fresco tritato, l'alloro e il peperoncino a piacere -io ho abbondato). Portiamo ad ebollizione. Facciamo cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti.
Adesso aggiungiamo l'aceto di mele, lo zucchero e un cucchiaino di maizena sciolta in poca acqua. Mettiamo anche un cucchiaino di sale fino e mescoliamo.
Cuociamo a fuoco basso (deve sobbollire leggermente) per un'ora e mezza.
A questo punto non ci resta che passare il ketchup col passatutto ed invasarlo. Di norma andrebbe frullato ulteriormente col mixer, ma a me piace più grossolana.

Per la marinata e la cottura della carne
un petto d'anatra (il mio era di circa 600 gr)
400 ml di guinness 
alloro, salvia, rosmarino
un paio di spicchi d'aglio
pepe nero in grani
una stecca di cannella

In una pirofila abbastanza larga da contenere il petto d'anatra perfettamente steso versiamo la guinness ed aggiungiamo le altre spezie (io ho schiacciato l'aglio). Adagiamo sul fondo la carne e riponiamo in frigo per tutta la notte coprendo con la pellicola.
Il giorno dopo riprendiamo la carne dal frigo e lasciamola un po' a temperatura ambiente.
Nel frattempo facciamo scaldare poco olio in una padella adatta anche al forno con un po' d'aglio.
Scoliamo l'anatra dalla marinata e filtriamo la birra per eliminare i residui delle spezie. Mettiamo da parte la birra.
Facciamo "sigillare" la carne in padella, mettendola prima dalla parte della pelle a fuoco vivo (circa 5 minuti) e poi girandola e lasciandola cuocere per qualche minuto anche dall'altra parte.
Sfumiamo con un po' della birra avanzata ed inforniamo a 200° fino a cottura (la mia era abbastanza spessa e ci ha messo circa venti minuti), aggiungendo della birra di tanto in tanto se si seccasse troppo.

La carne deve rimanere rosa all'interno!

Una volta terminata la cottura trasferiamo il petto su un piatto di portata e riprendiamo la padella col fondo di cottura.
Aggiungiamo un cucchiaino di amido di mais, sciogliamolo bene, e mettiamo sul fuoco a restringere. 
Versiamo la salsa sull'anatra e serviamo col ketchup a temperatura ambiente.




Con questa ricetta partecipo al contest di Lara de La barchetta di carta di zucchero e...Buon Blogcompleanno Barchetta ;)

Buona domenica, 
Mela

giovedì 23 agosto 2012

Crostata con diplomatica all'orange curd

Nelle puntate precedenti:
Era una notte buia e tempestosa  
Era un pomeriggio assolato con 50 ° all'ombra e mi decisi a provare il tanto decantato curd.

Il giorno seguente:
Situazione disperata. I casi erano due: sbafarsi un barattolone d'orange curd alla zitta con frequenti puntatine al frigorifero, o inventarsi un modo per usarlo in una torta e dividerlo con altre persone.
Alla terza, vergognosa, capatina nel frigo, con tanto di arma -cucchiaio- e aria circospetta, ho deciso:
Ci faccio una crostata
Mica posso ingrassare solo io?! I barattoli a casa mia non se li fila nessuno, vogliono il prodotto finito e imbellettato, e quell'orange lì mi sarebbe toccato buttarlo in direttissima su cosce e lato b.

Fin dal primo assaggio ho pensato che il curd si prestasse bene per una bella diplomatica, proprio al posto della crema.
E avevo ragione, utilizzando curd e chantilly in uguali proporzioni si ottiene una crema divina e vellutata.
La base è una frolla al pistacchio e nel mezzo c'è una ganache al cioccolato...Che ve lo dico a fare?
Anzi, ve lo dico e ve lo ripeto...Una goduria!
E vi do pure la ricetta ;)

CROSTATA PISTACCHIO, CIOCCOLATO E ORANGE CURD "diplomatico"


Per la frolla al pistacchio
(se come me usate uno stampo da 22 ve ne avanzerà un po')
125 gr di burro freddo a pezzetti
75 gr di zucchero a velo
125 gr di farina 00
100 gr di pistacchi tritati finemente
1 uovo intero

Facciamo a pezzetti il burro e mettiamolo in frigo (occorre che sia ben freddo!) Setacciamo la farina. Polverizziamo i pistacchi nel mixer aiutandoci con 20 gr di zucchero a velo tolti dal totale.
Mescolare i pistacchi tritati alla farina ed aggiungiamo l'uovo intero, il burro a pezzetti ed il rimanente zucchero a velo. Impastiamo velocemente fino a formare una palla e mettiamo in frigo avvolgendola con la pellicola.
Lasciamo almeno un paio d'ore in frigo prima di utilizzare (meglio una notte!)
Una volta terminato il riposo imburriamo ed infariniamo una tortiera (meglio se da crostata con le scanalature, io avevo solo quella a cerniera!). La dose della frolla va benissimo anche per stampi da 24, io ho preferito farla un po' più piccola.
Stendiamo molto fine la frolla e rivestiamo lo stampo.
Preriscaldiamo il forno a 200 gradi ed inforniamo la frolla con sopra un foglio di carta forno ricoperto di fagioli. 
Dopo circa cinque minuti abbassiamo il forno a 180°, togliamo i fagioli e prolunghiamo la cottura per altri dieci minuti.
Sforniamo e lasciamo raffreddare.

Per lo strato al cioccolato 
150 gr di cioccolato fondente
100 gr di panna fresca liquida
una manciata di pistacchi

Grattugiamo il cioccolato e mettiamolo in una ciotola. A parte, portiamo a bollore la panna. Versiamola sul cioccolato grattugiato e mescoliamo bene con un mestolo di legno fino ad ottenere una crema liscia.
Facciamo tostare in un padellino una manciata di pistacchi e tritiamoli grossolanamente.

Versiamo la ganache al cioccolato nel guscio di frolla e disponiamo sopra uno strato di pistacchi tritati.
Mettiamo la base in frigo a solidificare mentre prepariamo la diplomatica.

Per la diplomatica all'orange curd
una dose di orange curd come questa
250 gr di panna fresca liquida
la polpa di un baccello di vaniglia
un cucchiaio raso di zucchero a velo

"Spolpiamo" la bacca di vaniglia ed aggiungiamo i semini neri alla panna liquida. Montiamola ben ferma.
Aggiungiamo alla panna l'orange curd con una spatola o un mestolo di legno, mescolando con movimenti dal basso verso l'alto.
Le proporzioni panna-curd possono variare a seconda dei gusti. Io ho fatto 300 gr curd e 250 gr panna montata, e sono rimasta soddisfatta così. Ho aggiunto poco zucchero a velo (circa un cucchiaio) a metà lavorazione della panna perchè il curd è molto, molto dolce.

Adesso riprendiamo il guscio di frolla col cioccolato dal frigo e spalmiamoci sopra la diplomatica (io mi sono servita di un sac a poche) 
Ho concluso con delle scaglie di cioccolato fondente.

Teniamola in frigo fino a una mezz'oretta prima di servire!

Meno male avevo fatto le foto dei vari step, perchè non ne è avanzata neanche una fetta ;)



-E ti pareva che non ci venisse in mente di pubblicare una ricetta col curd lo stesso giorno??? Ciao Michela :)-

Buona giornata a tutti!!!
Mela

martedì 21 agosto 2012

I Crostini Toscani

A casa mia, un'istituzione. 
Ne mangio a bizzeffe da ormai 23 anni - bè, facciamo 21, togliendo lo svezzamento- e non ne ho ancora abbastanza.
Memoria di tante feste familiari e di tutte le domeniche della mia vita, è il mio piatto preferito in assoluto.
Sarà perchè è il cavallo di battaglia della mia mamma e da piccola mi divertivo a ronzarle intorno in cucina mentre me li preparava.
Sarà perchè sono tanto, tanto buoni.

Suppongo che su internet ce ne siano svariate versioni, e che ogni casa toscana abbia la sua.
Io vi giro, parapara, la ricetta di mia mamma, la più buona che ci sia, sperando che qualcuno di voi abbia un giorno la voglia di provarla.

Sono facili da fare, creano dipendenza, e il giorno dopo si mangiano che è una bellezza. 
Siete avvisati.

CROSTINI "NERI" TOSCANI


Per una trentina di crostini

400 gr di fegatini di pollo
una cipolla bionda rossa di media grandezza (100 gr circa)
un cucchiaino di prezzemolo tritato
mezzo bicchierino da caffè di vin santo
30 gr di concentrato di pomodoro
una buccina di limone
50 gr di capperi tritati
15 gr di pasta d'acciughe
olio, sale, pepe bianco

Tritiamo la cipolla nel mixer. Laviamo i fegatini di pollo sotto l'acqua corrente e priviamoli delle eventuali nervature.
Facciamo imbiondire la cipolla tritata in un tegamino con l'olio ed aggiungiamo il prezzemolo. 
Mettiamo a rosolare i fegatini interi alzando leggermente la fiamma e rimescolando spesso per farli cuocere da ogni parte.
Aggiustiamo di pepe bianco.
Adesso trasferiamo i fegatini dal tegame al tagliere, e tritiamoli grossolanamente con la mezzaluna. Decidete voi quanto, a noi piacciono a "pezzettini", ma se volete che risultino più cremosi basta tritarli un secondo in più.
Rimettiamo nel tegame le "briciole di fegatino" :) e facciamo cuocere a fuoco vivo, mescolando per 2-3 minuti circa. A questo punto aggiungiamo mezzo bicchierino di vin santo e facciamo evaporare.
Aggiungiamo anche 30 gr di concentrato di pomodoro sciolto in mezzo bicchiere d'acqua e la buccina del limone.
Terminiamo la cottura a fuoco bassissimo (circa un'oretta abbondante)
Appena il sugo si sarà ritirato rilascerà un po' d'olio. E' il momento di aggiungere 50 gr di capperi sott'aceto lavati e tritati e i 15 gr di pasta d'acciughe.
Facciamo cuocere un minuto amalgamando il tutto.
Solo a fine cottura assaggiamo ed aggiustiamo di sale (se occorre)

Questa è un'operazione che usiamo fare il giorno prima, per poi preparare i crostini il giorno seguente. 
La preparazione finale è semplice: dobbiamo semplicemente tagliare il pane scelto (in questo caso filoncino o baguette) e tostare le fette in forno per qualche minuto.
Non appena saranno croccanti le togliamo e le tuffiamo per qualche secondo (non di più!) nel brodo vegetale ( io ne preparo un pentolino col dado granulare!).
Scaldiamo il sugo di fegatini e lo disponiamo generosamente sulle fettine di pane.

Ah, il sugo si conserva egregiamente in congelatore!


Buona Giornata!

Mela

sabato 18 agosto 2012

Orange Curd

Mi ero stoicamente ripromessa di non fare mai il lemon curd. Troppo modaiolo, pensavo, un po' come i cupcakes -già sdoganati- e l'aggiunta ossessivo-compulsiva di tè matcha anche nel brodo di pollo.
Matcha non mi avrai mai.

Il Curd invece m'ha avuta ieri, mentre cadevo vittima di un'irrefrenabile voglia di assaggiare quella crema così "tanto gialla" e invitante che vedevo un po' ovunque.
Solo che all'ultimo non ce l'ho fatta a metterci il limone.
E allora, visto che siamo ad agosto e che sono "così tanto" di stagione, con immensa vergogna vi confesso che l'ho fatto con le arance.
Stagione o meno, il curd è buonissimo e mi pento e mi dolgo di non averlo fatto prima. 
Ho letto che si può fare un po' con tutto, perfino col lime, ma a me piacciono solo le arance tra gli agrumi e non ho potuto fare diversamente.
Come tutte le ricette stra famose ce ne sono versioni diversissime sul web. Non avendolo mai fatto ho preso per buona la prima che ho visto, quella di Giallo Zafferano.
Il risultato è stato ottimo e ve la consiglio.

LEMON ORANGE CURD



Il succo di 3 arance (200 ml circa)
La scorza grattugiata di un'arancia
100 gr di burro
1 cucchiaio di maizena
3 uova intere
2 tuorli
la polpa di un baccello di vaniglia
220 gr di zucchero

Spremiamo le tre arance e filtriamo il succo. Sciogliamo all'interno del succo un cucchiaio di maizena. Sciogliamo in un tegame il burro con lo zucchero ( la ricetta originale dice di farlo a bagnomaria, io ho fatto direttamente sul fuoco a fiamma bassa) e una volta amalgamato uniamo le uova sbattute, il succo e la scorza delle arance.
Aggiungiamo anche la vaniglia e continuiamo a mescolare con un cucchiaio di legno per circa una decina di minuti.
Quando la crema si sarà addensata togliamo dal fuoco e filtriamola con un colino per eliminare i grumi e la scorza.
Si conserva per qualche giorno in frigo.

E' buonissima mangiata "nature", tanto che me ne sono pappata un bel po' a cucchiaiate (tremenda vergogna), e domani la sperimento come farcia di una torta. Sempre che ci arrivi a domani :)


Buon fine settimana a tutti! 

Mela

giovedì 16 agosto 2012

La foresta nera demodè

Buondì reduci del Ferragosto! Che avete fatto ieri?
Vi dirò, questa non è proprio la mia festa. 
Il mare mi mette ansia: noia mortale, granelli di sabbia ovunque, il libro che non riesci mai a leggere grazie agli schiamazzi del vicino "educatissimo" e dei suoi pargoli. Insomma, io in spiaggia sono proprio il classico cavolo a merenda, o forse peggio, e finisco sempre con l'ammazzare  il tempo a suon di birre al bar, tornando a casa con più panza di prima, un gran mal di testa e un colorito mozzarella che ve lo raccomando.
Per poi sentirmi dire dallo scemo di turno "Ah, ma non eri andata al mare ieri, sei così b i a n c a"
Oltre al danno, la beffa.
Vorrei aprire un capitolo analogo sulle gite fuori porta, ma perchè ripetermi? I bar son dappertutto, anche fuori dalla famosa porta, e sembra che ce li mettano apposta per farmi scongiurare la noia.
Stare a casa a spignattare e a fare foto allegramente è l'unica soluzione possibile, al riparo da caldo torrido, maleducati e...bar ;)
E quale migliore occasione se non il Ferragosto per sfoggiare una "leggerissima" Foresta Nera? Io la amo questa torta :) E si, sono un po' esaurita, nel caso ve lo steste chiedendo.

La sfida agli anticicloni continua con questa bomba calorica fuori stagione, fuori dal tempo e anche un po' fuori moda.
Trovai questa ricetta da qualche parte nel www più di un anno fa. Fatta già un paio di volte, è una garanzia. L'unico problema è che non so di chi sia, perchè allora non mi curavo -per ovvi motivi- di trascrivere l'autore sul mio quadernetto. 
A chiunque appartenga la ricetta va il mio grazie per avermela fatta scoprire.

FORESTA NERA


Per la base (stampo da 24)
4 uova intere
4 uova separate tra albumi e tuorli
50 gr di farina
40 gr di cacao amaro
60 gr di zucchero di canna
150 gr di zucchero semolato
1 bustina di vanillina (aggiunta mia)

Per la farcitura e la bagna
400 gr di panna liquida
1 bacca di vaniglia
30 gr di zucchero semolato
250 gr di amarene sciroppate
4 gr di gelatina in fogli
liquido di conservazione delle amarene
kirsch

Per la ganache
250 gr di cioccolato fondente al 70%
150 gr di panna liquida

Dobbiamo montare le quattro uova intere e i quattro tuorli con lo zucchero semolato. Io lascio le uova a temperatura ambiente per una mezza giornata (ovviamente in un ambiente non caldissimo!) e metto subito lo zucchero. Non ho mai avuto problemi, l'importante è non scoraggiarsi. Ci vogliono, ahimè, una ventina di minuti buoni.
A parte montiamo gli albumi con lo zucchero di canna. Mescoliamo la montata di tuorli e uova nella montata di albumi con un mestolo di legno.
Setacciamo la farina con il cacao ed aggiungiamola al composto di uova, mescolando dal basso verso l'alto per non smontare le uova. In ultimo, aggiungiamo anche la vanillina.
Io ho diviso l'impasto in tre ciotole e cotto i tre strati uno alla volta, versandolo nello stampo apribile da 24 all'altezza di circa un cm ed infornandolo a 180° per una decina di minuti ciascuno.
Se voi ne avete la possibilità potete metterlo sulla teglia rivestita di carta forno ricavandone  poi tre dischi.
Mettiamo le basi a raffreddare.
Prepariamo la farcia: mettiamo a bagno la gelatina nell'acqua fredda e lasciamola a riposo per 10 minuti.
Estraiamo la polpa dal baccello di vaniglia ed aggiungiamola alla panna, togliendone un paio di cucchiai che ci serviranno per sciogliere la gelatina.
Mettiamo la gelatina strizzata in un pentolino con i due cucchiai di panna e scaldiamo mescolando con una forchetta per scioglierla bene. Togliamo dal fuoco e cominciamo a montare la panna. A metà lavorazione aggiungiamo lo zucchero e la gelatina, continuando a montare.
Per comporre il dolce sistemiamo una fascia da 24 su un piatto di portata ed inseriamo il primo disco di biscuit al cacao. Bagniamo ben bene -che sennò rimane secca- con un'emulsione di kirsch e sciroppo di amarene in proporzioni che lascio a voi valutare (io ho allungato con un po' di rum per smorzare la "dolcezza" della bagna, ma...fate vobis).
Spalmiamo uno strato abbondante di panna e disponiamo sopra una dose generosa di amarene. Ripetiamo l'operazione col secondo strato (quindi: disco, bagna, amarene).
Copriamo con l'ultimo strato di biscuit, bagniamo bene e spalmiamo un sottile strato di panna su tutta la superficie della torta.
Riponiamo in freezer (si si proprio freezer!) per un'intera notte.
Il giorno dopo prepariamo la ganache. Grattugiamo il cioccolato e versiamoci sopra la panna liquida portata a bollore. Mescoliamo con un cucchiaio di legno e lasciamo intiepidire.
Una volta che la copertura sarà ben fredda riprendiamo la torta dal frigo e versiamocela sopra facendola colare su tutta la superficie.
Decoriamo a piacere con panna montata e amarene.



La sopravvissuta al Ferragosto vi augura una buona giornata :)
Mela

domenica 12 agosto 2012

Tortine al cioccolato con frosting al Philadelphia

Un piccolo, noioso Preambolo



Da bambina ero convinta che tutti gli uomini fossero come il Rhett Butler di Via col Vento o il Nick Townsend di Blonde Venus.
Spregiudicati, affascinanti, avventurieri, misteriosi, galanti...
Seh, vabbè. 

Guardare un bel film è un modo di sognare. Cucinare è un altro modo di sognare.
Per questo motivo partecipo, con gioia, al fantastico contest di Patty
La scelta del film è stata facile. Avete presente l'attimo in cui avete incrociato per la prima volta lo sguardo di un uomo bellissimo e avete capito che come lui non ne avreste incontrati mai?
Io si.
Durante un noioso pomeriggio, mentre faccio merenda al tavolo della cucina, in tivvù compare un tizio imbrillantinato e un po' "bianco e nero" e mia madre da dietro esclama: "Ma lui è...lui è... Gregory Peck!"
Beh, mia mamma non è mai stata un asso nel ricordarsi i nomi, perchè in realtà lui era nientepopodimenoche Mr Stupendo Cary Grant in una divertente commedia dal titolo Arsenico e Vecchi Merletti. 

Il film e la ricetta

Arsenic and old lace è un film del 1944 diretto da Frank Capra e basato sulla commedia teatrale scritta da Joseph Kesserling nel 1941.
Mr Grant interpreta Mortimer Brewster, novello sposo che torna a casa delle anziane zie per presentare la fidanzata.
Scopre così che le amabili e adorabili signore sono solite avvelenare gli inquilini offrendo loro un mix di sambuco e veleni e che il fratello, Teddy, si occupa di seppellire i cadaveri in cantina.
"Dunque caro, per due fiaschi di vino di sambuco ci vuole un cucchiaino di arsenico. Ci si aggiunge mezzo cucchiaino di stricnina e poi appena un pizzico di cianuro" spiega tranquilla l'adorabile vecchietta ad uno stupefatto ed inorridito Grant. 
Disperato Mortimer vuol mettere fine alla pazzia generale facendo internare Teddy, ma viene fermato dall'arrivo dell'altro fratello Jonathan, anche lui efferato omicida.
Mortimer, convinto di essere l'ultimo erede di una famiglia di pazzi omicidi, tenta in tutti modi di allontanare l'ignara sposa al fine di proteggerla, scatenando una serie di divertenti equivoci.
Alla fine le zie, prima di partire per la clinica con Teddy, gli riveleranno di essere in realtà il figlio illegittimo di una loro domestica e Mortimer potrà coronare il sogno d'amore con la bella Elaine.
Commedia farsesca che tratta in modo canzonatorio e spensierato un tema altrimenti "nero" come l'assassinio, Arsenico e vecchi merletti ci rivela un Grant brioso e aggraziato che tiene la scena quasi "ballando" nella sua mimica straordinaria.
In linea con l'andamento della trama volevo un piatto dall'apparenza dolce e carina che nascondesse un'insospettabile anima decisa ed energica, come le anziane, dolci -pluriomicide- ziette.
Una tortina al cioccolato con caffè amaro e cognac celata da una dolcissima -e ingannevole- copertura al philadelphia. Fatele senza paura, il sapore pieno del cioccolato vi condurrà sani, salvi e sazi al meritato happy ending.

TORTINE AL CIOCCOLATO CON FROSTING AL PHILADELPHIA


(per circa 6 stampini da muffins)
110 gr di cioccolato fondente al 70%
85 gr di mandorle tritate a farina
2 uova piccole
25 gr di farina
65 gr di zucchero
50 gr di burro morbido
mezza tazzina di caffè amaro
mezza tazzina di cognac
due cucchiani di lievito per dolci
In più, per il frosting:
150 gr di philadelphia (di quello in panetti!)
75 gr di burro
110 gr di zucchero a velo
colorante alimentare rosso (io liquido)

Facciamo fondere il cioccolato a bagnomaria ed incorporiamoci il burro morbido a pezzetti. Mettiamo da parte ad intiepidire.  Sbattiamo lo zucchero con i due tuorli fino a che non diventano chiari (ma non devono montare!) ed aggiungiamo il caffè amaro e freddo. Aggiungiamo anche il cognac, il composto cioccolato-burro e le mandorle precedentemente tritate (va bene anche la farina di mandorle che si trova già preparata al super)
A parte montiamo gli albumi a neve ben ferma.
Setacciamo la farina con il lievito ed amalgamiamola al composto col cioccolato a cucchiai, alternandola agli albumi. Amalgamiamo il composto molto bene con movimenti dal basso verso l'altro per non rischiare di smontare gli albumi. 
Versiamo negli stampini da muffins con i relativi pirottini (io ho preferito usare dei quadrati di carta da forno) ed inforniamo a 180° per una venticinquina di minuti. A fine cottura le tortine devo avere una bella crosticina "spaccata", ma dentro saranno ancora morbide (non umide però!)
Se raddoppiate le dosi e la mettete in uno stampo da torta otterrete la più buona torta al cioccolato del mondo -almeno tra quelle sperimentate dalla sottoscritta :) 

Per fare il frosting cominciamo a montare il burro leggermente ammorbidito (diciamo che con questo caldo dieci minuti fuori dal frigo sono più che sufficienti) con le fruste. Aggiungiamo un po' per volta il philadelphia (mi raccomando, quello in panetti. Quello in vaschetta risulta molto più liquido) fatto a pezzetti, sempre continuando a montare. Quando avrete incorporato i due ingredienti possiamo aggiungere un po' per volta lo zucchero a velo, sempre montando a bassa velocità con le fruste.
Una volta esaurito lo zucchero a velo incorporiamo poche gocce del colorante alimentare scelto e mescoliamo con una spatola, fino al raggiungimento del colore desiderato. Si conserva in frigo rimanendo bello sodo. Distribuiamo la copertura col sac a poche sulle tortine ormai fredde poco prima di servire in tavola.
Vi confesso che per esigenze di tempo io ho messo le tortine in frigo già decorate per un paio d'ore e l'impasto non ne ha risentito per nulla -quando mi sono azzardata con i cupcakes una volta tolti dal frigo si potevano usare tranquillamente come oggetti contundenti :) -
Il frosting è buonissimo, non sa per niente di burro e lega a meraviglia con la rusticità dell'impasto: vi consiglio di provarlo. 









Con questa ricetta partecipo al contest di Patty del blog Andante con Gusto


Mi sto ancora chiedendo come poteva Rossella preferire l'insipido Ashley al Rhett :)

Buona Domenica!
Mela